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La morfologia dei terrazzamenti ha scolpito la Valle d’Aosta dal periodo preromano e, in particolare, dalla diffusione della viticoltura. Entro questo contesto, l’area ai piedi del Monte Bianco si contraddistingue per diverse eccezionalità tra cui la presenza di terrazzamenti che non definiscono solo i piani coltivabili, ma contribuiscono a generare un ecosistema simbiotico tra elementi architettonici e piante di vite, un sistema dove la struttura tradizionale della pergola bassa diventa estensione naturale dei terrazzamenti caratterizzando il paesaggio con l’alternanza di muretti a secco e pergole basse. Un panorama entro il quale alcuni elementi ricorrono con maggior frequenza in forme e funzioni differenti, dimostrando un’abilità centenaria nel loro utilizzo e una relazione simbiotica tra il paesaggio produttivo e il suo intorno. Il risultato è un luogo dove tradizioni e innovazione cooperano da secoli in un’attività produttiva fortemente caratterizzante che oggi si vede interessata da alcuni fenomeni di trasformazione delle sue forme e dinamiche tradizionali, un processo che rischia di minarne i caratteri identitari. Per questo motivo, il lavoro di studio effettuato e presentato in occasione del IV convegno internazionale ITLA (International Terraced Landscapes Alliance) tenutosi a Gran Canaria, prova a riflettere intorno alla possibilità di salvaguardare l’identità estetica e tipologica del paesaggio tradizionale come elemento fondante – e non sussidiario – della qualità del prodotto stesso.


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Vigne di Morgex
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